lunedì 3 dicembre 2007

Genitori ed elezioni scolastiche

Quesito: come si misura la partecipazione dei genitori alla vita scolastica dei propri figli? Attraverso l’affluenza dei genitori ai seggi scolastici o la numerosità delle candidati alle elezioni degli organi collegiali. Non solo.
C’è un mondo di genitori interessato a quel che succede a scuola, dopo che la campanella è suonata che, però, non è andato a votare il giorno delle elezioni scolastiche.
Sono, ad esempio, i genitori delle Commissioni Mensa che, forchetta alla mano, assaggiano le pietanze che i loro figli mangeranno in mensa. Visitano le cucine di Milano Ristorazione, l’azienda che fornisce la refezione ai bambini di Milano, stabiliscono rapporti con gli ispettori di mensa, con le scodellatici e poi si confrontano tra di loro su forum e newsgroup.
Poi ci sono i rappresentanti di classe che hanno l’agenda come Bush, fitta di impegni. Le riunioni di interclasse, quelle con i dirigenti scolastici, i colloqui con gli insegnanti, gli scambi di informazioni con i genitori, le commissioni al supermercato per acquistare chili di carta (igienica, crespa, per le fotocopie…).
Non mancano anche i genitori che partecipano ai comitati, da quelli sportivi a quelli per le feste che si tengono a scuola. Ci sono le mamme che gestiscono il prestito della biblioteca scolastica, come alla scuola Rinnovata. Ci sono anche tanti nonni e genitori che ogni giorno vanno a scuola a sbucciare la frutta che i bambini mangeranno all’intervallo. Alle materne, poi, non è raro trovare genitori che donano giochi e libri, cuciono tende e copricuscini per le classi dei loro bimbi.
Insomma, una partecipazione dal basso, più che dall’alto. Ci sarà pure un perché. L’idea comune è che la scuola di oggi abbia a disposizione risorse materiali del tutto insufficienti. Forse per questo le energie dei genitori si spendono e finiscono lì. Trent’anni fa, i nonni di oggi, non compravano né sapone, né carta e della scuola avevano un’idea grande.